Elisabetta Cannistraro, tassista figlia d’arte, si racconta a Woman in…work

Elisabetta è tassista nel DNA: il papà, prima di lei, ha guidato il taxi per 40 anni, ma nonostante questo, non pensava avrebbe scelto questo mestiere. È stato il marito a spingerla a prendere questa felice decisione: “Non avrei mai pensato di salire sul taxi, – racconta Elisabetta – ma oggi sono contenta di averlo fatto”.

Sul taxi non ci si aspetta una donna, ma una volta superato il primo impatto va tutto liscio

“Il mio non è un lavoro che si ritenga femminile, ma alla fine sono molte le categorie di persone che si sentono rassicurate dal fatto che io sia donna. Le persone anziane e le altre donne, soprattutto, sono sollevate quando vedono che al volante ci sono io. Quando chiamano il taxi non sanno con chi avranno a che fare, a volte sono imbarazzate o timorose, il fatto che sia una donna a prendere in carico la loro corsa, le tranquillizza”.

Fortunatamente per Elisabetta sono pochissimi e non gravi i casi di discriminazione subiti, comunque superati egregiamente non dandovi troppo peso: “Stare sul taxi significa anche cercare di conoscere le persone con cui si ha a che fare. Quando qualcuno prova a superare il limite, non gli permetto di andare oltre e smorzo la tensione. Certo capita qualche cliente che vuole insegnarmi come fare il mio mestiere, magari indicandomi la strada migliore da percorrere, ma insomma, niente di grave e forse capita anche a qualche collega uomo”.

Una scelta che consiglierei alle ragazze

“Sono molto soddisfatta del mio lavoro e lo consiglierei ad altre donne.  È un lavoro che mi permette di essere indipendente, che mi consente di organizzare la mia vita e miei orari”.

Quella dei tassisti, come ci ha raccontato Elisabetta, è una comunità coesa che le ha sempre garantito sostegno: “Non solo i clienti non sanno con chi avranno a che fare quando chiamano una corsa. Anche noi non sappiamo che tipo di persona incontreremo e, proprio per questo, in molti casi il nostro mestiere viene considerato più adatto ad un uomo. Ma è chiaro che anche gli uomini in certi casi correrebbero rischi. Per fortuna abbiamo dei canali attraverso i quali ci avvertiamo in caso di chiamate sospette o di persone che non sembrano essere affidabili”.

Il progetto: un defibrillatore per salvare la vita ai clienti

I tassisti sono spesso coinvolti in manifestazioni e raccolte benefiche, ma quella che ci racconta Elisabetta è la storia di un progetto per lei davvero importante: “Papà è mancato a giugno 2022 e nel suo ricordo abbiamo pensato di sostenere il progetto Corsa contro il Tempo, dell’associazione Roma Taxi Capitale. Il nostro obiettivo era riuscire a fornire e installare nuovi defibrillatori sui taxi della città.

Fino ad oggi, grazie alla nostra raccolta, abbiamo acquistato altri tre defibrillatori, che si uniscono ai 57 già ottenuti e installati dall’associazione”.

Il prossimo impegno

“Il 7 maggio 2023 a Roma si correrà la Race for The Cure: – prosegue Elisabetta – un evento benefico di Komen Italia, a favore della lotta contro il cancro al seno (anche Edilgreci sostiene la Race ndr). L’associzione Tassiste Romane di cui faccio parte, sarà presente per offrire il proprio contributo”.


Woman in Work è un progetto voluto da Sabrina Traversi, titolare di Edilgreci e counselor, un contenitore che raccoglierà storie di donne che fanno lavori “da uomo”.

Il progetto, il cui nome prende spunto e riarrangia il titolo di una famosa canzone della Streisand, raccoglie le voci di donne determinate che in questo caso non lottano per un amore, ma che vogliono vedere riconosciuta la propria posizione, professionalità e competenza. Donne che si fanno spazio in settori lavorativi a predominanza maschile e vogliono condividere la propria esperienza, con la speranza che le nuove generazioni non debbano fare i conti con le stesse discriminazioni.

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